MIA MAMMA E..

Questo libro non intende esser un best seller, anzi non è stato nemmeno concepito per essere venduto.  Come si intuisce dal titolo, infatti, parla di mia madre, di cui non credo possano importare molto, a chi non le fu vicino, la vita ed il modo di pensare. D’altra parte sono convinto (magari ottimisticamente) che non sia così per i miei (e suoi) parenti ed amici e per quanti ebbero l’occasione di conoscerla e di apprezzarne le qualità - ai quali è dedicato il volume - scritto affinché il suo ricordo possa restare vivo nella loro mente e nel loro cuore ed altresì come mio doverosi tributo per tutto il bene e l’affetto ricevuto da lei, forse da me non ricambiato - finché fu in vita - come avrei voluto e dovuto fare. 

La paura maggiore che mi ha accompagnato nello stendere queste note è stata quella di farmi prendere la mano dall’amore e di non esser obbiettivo nel descriverla, fornendone un quadro apologetico ed elogiativo, eccessivo e sproporzionato anche per una donna di grandissime doti, quale, indubbiamente, lei fu. 

Spero di essere riuscito a rappresentarne correttamente le qualità, senza trascurare i lati meno lodevoli del carattere e le debolezze che, ovviamente, aveva anche lei, come qualsiasi essere umano. Questo lavoro è servito anche a me perchè, nonostante mia madre abbia avuto una vita sicuramente lunga, avrei desiderato fosse rimasta con me per molti e molti anni ancora. Dopo tutto, i genitori - e la mamma in particolare  - non hanno età e quando ci lasciano è sempre come se qualcosa di nostro ci venisse strappato via con forza. 

Scrivendo di lei, e ricordando vicende, episodi ed aneddoti di cui fu protagonista, a volte ho sorriso, altre mi sono commosso, sempre, comunque, me la sono sentita vicino.  Ancora un’osservazione: io non so se lassù ci sia qualcosa e, se, in caso positivo, lei mi veda. Se così fosse, potrà, magari, notando questo mio libro, rallegrarsi e perdonarmi per tutte le volte in cui la feci arrabbiare, la delusi o non la compresi, ritenendo di essere nel giusto e forse vi ero davvero: ma lo strano è che ora mi dispiace e mi pento di esservi stato.